Horiki Katsutomi

In memoria del mio straordinario amico Katsutomi Horiki

Conobbi l’artista Horiki nel 1969 a Torino, una città del nord Italia. All’epoca insegnavo aikidō a Torino e nel 1969, in città, vivevano una decina di giapponesi, tutti impegnati nell’industria automobilistica (Torino è una città con una fiorente industria automobilistica), nella cucina italiana e nelle arti marziali giapponesi.

Uno di loro era uno studente straniero di una scuola d’arte che praticava il karate, mi presentò il signor Horiki e diventammo amici per più di 50 anni.
Ricordo che la mia prima impressione del signor Horiki fu che era “rinfrescante” e ne ebbi una buona impressione.
Era uno dei pochi giapponesi che vivevano a Torino all’epoca e spesso ci riunivamo per cenare, giocare a mah-jong e fare altre attività. Il signor Horiki era una figura popolare, ricercata per la sua personalità bonaria.
Tornai in Giappone alla fine del 1970, quindi la mia amicizia con il signor Horiki durò meno di due anni. Sebbene sia stato un periodo breve, avemmo un rapporto intenso, con frequenti visite a casa dell’uno e dell’altro e gite nelle vicinanze.

Un ricordo indimenticabile fu un viaggio a Barcellona, in Spagna, con il signor Horiki che ci portò in giro con la sua auto. Horiki ci  accompagnò per tutto il viaggio e ricordo che a Barcellona visitammo il Museo Picasso, il Museo Catalunya e altri musei dove ci spiegò anche le opere esposte.
Dopo il ritorno in Giappone, nel 1981 fui trasferito alla filiale britannica dell’azienda per cui lavorai all’epoca e la mia famiglia si trasferì a Londra. Era molto affezionato alle mie due figlie, una studentessa di scuola elementare e una di scuola materna, che avevo portato con me.
Nel 1984, il signor Horiki venne di nuovo a Londra, questa volta con Erminia, e passammo dei bellissimi momenti in famiglia.

Tornai in Giappone nel 1986 e da allora ci tenemmo in contatto per telefono e per lettera. Quando andavo in viaggio d’affari in Italia e avevo tempo  cercavo sempre di incontrare il signor Horiki. Negli ultimi anni di vita, Horiki si trasferì in un paese vicino Torino, visitai la sua casa e vidi alcune delle sue opere.
Ora mi sono trasferito in un altro luogo e non posso più vedere il signor Horiki, ma andrò a trovarlo “sull’altra sponda”, dove vive ora,  berremo insieme (se c’è del vino sull’altra sponda) e parleremo, proprio come facevamo un tempo a Torino. “Non vedo l’ora di rivederla sull’altra riva”.

Toshio Nemoto

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