Horiki Katsutomi

Horiki a Torino

Horiki a Torino con “L’invariabilità delle cose”.

Inaugurazione alla galleria Weber&Weber mercoledì 2 novembre 2022, ore 18 – 21.

Inaugura la nuova mostra di Horiki dedicata alla serie di pitture dell’Odissea presso la galleria Weber & Weber di Torino, in occasione della quale dell’artista si presentano una decina di grandi tele che si fanno portavoce della ricerca pittorica alla quale si è dedicato: un’indagine assorta nella meditazione sull’essenza ultima della pittura, sul suo statuto ontologico.

La sua è una pittura che dà con ogni evidenza nel sacro, oltreché nel mito; in quello stesso tipo di sacro avvertito da taluni nella pittura di Marc Rothko, artista affine a Horiki.

Da questa particolare tensione e dalla riflessione su alcuni motivi omerici tratti dell’Odissea nascono i lavori dell’artista giapponese, nei quali l’opzione astratta intende riconquistare l’invisibile per ricondurre la pittura alla sua più intima sostanza di colore, luce e forma pura.

Le tele dedicate ad Itaca, l’isola che rappresenta il termine mitico di un esilio, offrono allo sguardo e al pensiero dell’osservatore l’allusione non tanto a uno spazio comunque tutto mentale, quanto piuttosto a una soglia, che è certo la soglia del visibile, ma che è anche un passaggio, una sorta di ‘uscita dal mondo’ che illustra l’eterna vicissitudine che alterna pienezza e vacuità, presenza e assenza, fine e principio di tutte le cose.

Rarefatto e vibrante, ciascun dipinto di Horiki rappresenta in sé un viaggio nel complesso mondo di relazioni tra il visibile e l’invisibile. La pittura è pervasa da una grazia che qualcosa deve di certo all’assiduo dialogo tra cultura orientale e occidentale.

Tra gli stati, tra le tappe che precedono, nell’itinerario artistico di Horiki, l’incontro/confronto con Omero, la più interessante è quella che vede l’artista giapponese, faccia a faccia con Piero della Francesca.

L’astrazione della pittura di Horiki Katsutomi non vuole poi sconsacrare o irridere la figura, quanto piuttosto riconquistare l’invisibile e ricondurre la pittura alla propria più intima essenza di colore, luce e forma pura.

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